Il produttore di altoparlanti e sistemi audio Sonos ha vinto una causa contro la società proprietaria di Google, Alphabet, per la violazione di un brevetto relativo ai propri altoparlanti.

La controversia risale al gennaio 2020, quando Sonos ha citato in giudizio Google presso la Commissione per il Commercio Internazionale degli Stati Uniti (United States International Trade Commission, o ITC) per la violazione di cinque brevetti, che sarebbero stati utilizzati senza autorizzazione sui prodotti della linea Google Home e Nest Audio. L’ITC si sarebbe poi pronunciato a favore di Sonos, portando a un divieto di importazione su diversi dispositivi Google, che aveva poi deciso di eliminare le funzionalità incriminate da alcuni dei suoi prodotti smart speaker e smart display.

Google aveva poi intentato una causa contro Sonos nel 2022 denunciando a propria volta la violazione di alcuni suoi brevetti relativi a smart speaker e tecnologie di controllo vocale da parte di Sonos.

Nel 2013, tuttavia, le due società erano in buoni rapporti. Google, infatti, aveva accettato di implementare il supporto di Google Play Music per gli altoparlanti Sonos, ma successivamente, secondo le rivendicazioni giudiziarie di Sonos, Google avrebbe utilizzato l’accesso alla piattaforma di quest’ultima per copiare “consapevolmente” alcune delle sue funzionalità, utilizzate poi nell’altoparlante domestico di Google uscito nel 2016.

La sentenza più recente ha analizzato le affermazioni di Sonos secondo cui Google aveva violato sia i suoi brevetti relativi agli altoparlanti, sia quelli relativo alla sua app. La giuria di San Francisco ha stabilito che Google non aveva violato i diritti sull’applicazione, ma ha accertato la violazione del brevetto dell’altoparlante di Sonos, ordinando alla società di pagare un risarcimento totale di 32,5 milioni di dollari (2,30 dollari in royalties per ciascuno degli oltre 14 milioni di altoparlanti venduti che hanno violato il brevetto di Sonos).

Patrick Spence, CEO di Sonos, ha dichiarato al New York Times che Google avrebbe copiato palesemente e consapevolmente la tecnologia brevettata. Dal canto suo, Google ha affermato che la controversia verte su alcune caratteristiche molto specifiche che non vengono comunemente utilizzate.

La decisione ha un impatto finanziario positivo per Sonos, azienda che ha di fatto inventato l’altoparlante connesso in modalità wireless, e che ha una capitalizzazione di mercato di 2 miliardi di dollari, mentre i 30 milioni di dollari di risarcimento non pesano molto a Google, che ha registrato un utile netto di 58,6 miliardi di dollari lo scorso anno. Originariamente, Sonos aveva fatto richiesta di danni fino a 3 miliardi di dollari, prima che il tribunale riducesse quella cifra a una richiesta di 90 milioni di dollari, che alla fine è stata ridotta ulteriormente alla cifra del risarcimento.