Nel tentativo del governo del Regno Unito di rendere il proprio Paese un hub per la scienza e la tecnologia entro il 2035, l’Ufficio per la Proprietà Intellettuale del Regno Unito (UKIPO) ha pubblicato una sintesi delle risposte ricevute alla richiesta di pareri, lanciata nel 2021, su come potrebbe funzionare efficacemente un sistema di gestione dei brevetti essenziali per l’implementazione degli standard (i c.d. “Standard Essential Patents” o “SEP”). L’obiettivo del governo britannico era valutare se fosse necessario un intervento normativo in questo settore e, più in generale, di rendere il Regno Unito un attore più influente nello spazio dell’innovazione e della proprietà intellettuale, anche in considerazione della Brexit.
L’UKIPO ha ricevuto commenti su vari argomenti relativi ai SEP, tra cui l’equilibrio del relativo sistema, la concorrenza, la trasparenza, il contenzioso, ecc., ma l’iniziativa non sembra avere portato chiarezza, in quanto sia i titolari di SEP che gli utilizzatori non hanno dato un parere univoco sulla necessità di un intervento governativo.
In particolare, le parti interessate hanno fornito opinioni contrastanti riguardo le questioni concernenti l’equilibrio e la concorrenza. Alcuni, infatti, ritengono che vi sia uno sbilanciamento in favore dei titolari di SEP, altri sostengono l’esatto contrario. Ad esempio, alcune opinioni hanno riportato che le licenze in regime c.d. FRAND (acronimo di “Fair, Reasonable And Non-Discriminatory”, cioè “eque, ragionevoli e non-discriminatorie”) impediscono ai titolari di SEP di realizzare appieno il loro potenziale di mercato. In generale, i titolari di SEP e gli utilizzatori hanno pareri discordanti su chi ricavi più vantaggi dalle condizioni di tali licenze.
Non sono mancate le critiche verso l’alto tasso di contenzioso che, sia per i titolari dei SEP che per gli utilizzatori, costituiscono motivo di oneri finanziari, peraltro originato dal fatto che quello del Regno Unito viene percepito come un regime favorevole per i titolari di SEP. Nello specifico, il potere dei tribunali nazionali di determinare i termini di licenza applicati in tutto il mondo viene malvisto soprattutto dagli utilizzatori.
Sebbene, in generale, la maggior parte dei titolari di SEP ha sostenuto che il sistema attuale favorisce l’innovazione e l’adozione della tecnologia, non sono mancati i suggerimenti per ovviare alle criticità esistenti. Ad esempio, l’UKIPO riferisce che l’istituzione di pool di brevetti è stata una proposta ricorrente che, secondo i pareri pervenuti, favorirebbe trasparenza sui prezzi e riduzione di costi e tempi. Sul punto, i titolari di SEP, oltre agli amministratori delle relative licenze, hanno sostenuto che i pool di brevetti favorirebbero l’implementazione di tecnologie standardizzate presso gli utilizzatori nei mercati emergenti. Gli utilizzatori, invece, sono molto più scettici su tale soluzione, in quanto i pool di brevetti potrebbero richiedere anni per stabilirsi e potrebbero proporre prezzi che per i piccoli licenziatari sono proibitivi.
Con i titolari e gli utilizzatori così divisi su molte questioni fondamentali, la relazione dell’UKIPO non è stata in grado di giungere a propositi concreti sulle azioni da intraprendere in futuro, dichiarando anche come ci sia “poco consenso sulla necessità che il governo intervenisse”.