Il concetto di “libera utilizzazione” o “fair use”
In linea generale, qualunque utilizzazione di un’opera dell’ingegno coperta da diritto d’autore è soggetta al previo consenso dell’autore, o del soggetto che ne abbia acquisito i diritti patrimoniali. Non sempre però l’utilizzazione dell’opera tutelata integra la fattispecie della violazione. La legge, infatti, prevede alcune specifiche eccezioni e limitazioni al diritto d’autore, comunemente definite “libere utilizzazioni” o, secondo l’espressione in uso negli Stati Uniti e nei sistemi di Common Law, “fair use”.
Il fair use è un tentativo, attuato mediante eccezioni al copyright, di trovare un equilibrio tra i diritti di proprietà intellettuale e la libertà di utilizzo delle opere.
Tali eccezioni, nell’ordinamento italiano, sono disciplinate dal Capo V della L. 633/1941 (la legge sul diritto d’autore o “l.d.a.”), come novellato dal D.Lgs. 68/2003 che ha recepito la Direttiva Europea 2001/29/CE sull’armonizzazione di taluni aspetti del diritto d’autore e dei diritti connessi nella società dell’informazione. Tale Direttiva, peraltro, ha imposto che le eccezioni e le limitazioni al diritto d’autore trovino applicazione solo in determinati casi speciali, i quali non devono essere in contrasto con lo sfruttamento normale dell’opera e non devono arrecare ingiustificato pregiudizio agli interessi legittimi del titolare.
Utilizzi dell’opera consentiti senza il consenso del titolare
Le disposizioni degli articoli 65-71 decies l.d.a. indicano i casi nei quali non è necessario il consenso dell’autore. In particolare, tra le altre, sono consentite:
(i) la riproduzione o la comunicazione al pubblico in riviste o giornali (anche radiotelevisivi) di articoli di attualità di carattere economico, politico o religioso, pubblicati nelle riviste o nei giornali, oppure radiodiffusi o messi a disposizione del pubblico e gli altri materiali dello stesso carattere; ciò a condizione che la riproduzione o l’utilizzazione non sia stata espressamente riservata dall’autore e che si indichino la fonte da cui sono tratti, nonché la data e il nome dell’autore, se riportato;
(ii) le utilizzazioni svolte nell’ambito ed entro i limiti dell’esercizio del diritto di cronaca e dello scopo informativo ovvero del fine di pubblica sicurezza, di opere o materiali protetti utilizzati in occasione di avvenimenti di attualità, di discorsi su argomenti di interesse politico o amministrativo tenuti in pubblico, nonché di estratti di conferenze aperte al pubblico; anche in questo caso, a condizione che si indichi la fonte, il nome dell’autore, oltre a data e luogo dell’avvenimento;
(iii) il prestito eseguito dalle biblioteche e discoteche dello Stato e degli enti pubblici, ai fini esclusivi di promozione culturale e studio personale, con esclusivo riferimento agli esemplari a stampa delle opere (eccettuati gli spartiti e le partiture musicali) e ai fono/videogrammi contenenti opere cinematografiche o audiovisive distribuiti da almeno diciotto mesi ovvero realizzati da almeno ventiquattro mesi;
(iv) il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico, se effettuati per uso di critica, di discussione, di insegnamento o di ricerca scientifica, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera e che vengano menzionati titolo dell’opera, l’autore, l’editore e, nel caso in cui si tratti di traduzione, del traduttore, qualora tali indicazioni figurino sull’opera riprodotta;
(v) la libera pubblicazione attraverso la rete Internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro;
(vi) la riproduzione privata di fono/videogrammi da parte di una persona fisica per uso esclusivamente personale, a condizione che tale utilizzo avvenga senza scopo di lucro e senza fini commerciali, nonché nel rispetto delle misure tecnologiche poste a tutela dell’opera dal legittimo titolare dei diritti di sfruttamento (misure che comunque non possono impedire all’utente di effettuare una copia privata, anche solo analogica, per uso personale).
Utilizzi particolari: le parodie e le opere “orfane”
Sebbene la citata Direttiva Europea 2001/29/CE preveda, all’interno dell’elenco di eccezioni e limitazioni che gli Stati membri possono recepire, una libera utilizzazione allo scopo di caricatura, parodia o “pastiche”, il nostro Paese non ha introdotto tale eccezione nella l.d.a.
Il concetto di parodia, infatti, è molto dibattuto in giurisprudenza, che a talune condizioni la inquadra come opera autonoma ed indipendente.
Quanto alle opere “orfane” – per tali intendendosi, ai sensi del D.Lgs. 163/2014, le opere relativamente alle quali, al termine di una ricerca diligente, non sia stato individuato o rintracciato alcun titolare dei diritti – ne è consentita la riproduzione ai fini di digitalizzazione, catalogazione, conservazione e restauro, da parte di biblioteche, istituti di istruzione e musei accessibili al pubblico, nonché da parte di archivi, istituti per il patrimonio cinematografico o sonoro e emittenti di servizio pubblico.
La messa a disposizione del pubblico dell’opera orfana da parte delle istituzioni sopra individuate deve comunque avvenire solo per scopi connessi alla loro missione di interesse pubblico di tali enti (ad es., conservazione e il restauro di opere contenute nelle proprie collezioni), e in maniera che ciascun utente possa avervi accesso dal luogo e nel momento scelto individualmente.
In ogni caso, il titolare dei diritti su un’opera orfana può, in qualunque momento, porre fine a tale status in relazione ai diritti a lui spettanti, oltre al diritto di percepire un equo compenso per l’utilizzo fatto in passato dell’opera precedentemente considerata “orfana”.