Una coalizione di editori musicali, di cui fanno parte la Universal Music Publishing Group, Warner Chappel Music e Sony Music Publishing, ha citato in giudizio Twitter per una “massiccia violazione del copyright” che coinvolge i loro cataloghi musicali. In gioco ci sono i diritti sulla musica di artisti quali Drake, Taylor Swift e Adele, e 250 milioni di dollari di danni.
Secondo l’accusa, Twitter sarebbe l’unica grande piattaforma di social media a rifiutare l’acquisto delle licenze per i milioni di canzoni utilizzate dai suoi utenti, appellandosi al Digital Millennium Copyright Act (DMCA). Le regole DMCA, infatti, prevedono che Twitter (così come le altre piattaforme di social media) sia tutelato da violazioni del copyright sul materiale caricato dai propri utenti, a condizione che la medesima piattaforma lavori per rimuovere il materiale illegale e sanzioni gli utenti incriminati.
Tuttavia, sebbene Twitter affermi di rimuovere i contenuti ritenuti in violazione quasi sempre entro poche ore dai report (se non addirittura pochi minuti), il social network ignorerebbe i trasgressori seriali, rifiutando di adottare misure anche semplici per fermare le violazioni di cui è a conoscenza.
Ai giornalisti che chiedono un parere sulla vertenza, l’ufficio stampa di Twitter invia una risposta automatica dell’emoji dall’aspetto di un escremento sorridente.
Twitter ha a lungo suscitato l’ira degli editori musicali già in passato. Basti pensare, ad esempio, che in un’udienza del 2020 davanti alla Sottocommissione giudiziaria del Senato degli Stati Uniti, la Recording Industry Association of America ha accusato Twitter di non intraprendere alcuna azione per fermare la “pirateria su scala industriale” sulla sua piattaforma.
Secondo il New York Times, poco prima dell’acquisizione da parte di Elon Musk, Twitter aveva considerato di acquistare le licenze per la musica dalle tre principali etichette, ma i colloqui sono falliti dopo che Musk ha assunto il controllo della società.