Il gigante svedese delle telecomunicazioni Ericsson ha citato in giudizio Apple presso la corte federale del Texas, chiedendo che venga stabilito che l’ammontare delle royalties offerte ad Apple per concedere in licenza i suoi brevetti wireless 5G sono eque e ragionevoli.

La disputa verte sui corrispettivi che Apple dovrebbe pagare ad Ericsson per la connettività 5G e la tecnologia standard di rete sviluppata dall’European Telecommunications Standards Institute (ETSI). In base alla convenzione ETSI, infatti, i proprietari di brevetti che coprono la tecnologia necessaria per conformarsi a uno standard devono offrire licenze a condizioni eque, ragionevoli e non discriminatorie (FRAND).

Secondo Ericsson, Apple starebbe adottando tattiche sleali per evitare di pagare le giuste royalties per l’utilizzo della tecnologia su cui si basano le telecomunicazioni 5G. In sintesi, Ericsson lamenta il fatto che l’unico modo per rendere “FRAND” le royalties sarebbe “aderire alle metodologie proprie di Apple”.

Apple, infatti, sostiene che i brevetti di Ericsson in questione non sarebbero essenziali e che, anche se lo fossero, le royalty proposte dall’azienda svedese sarebbero comunque eccessivamente onerose. Inoltre, Apple richiede che i proprietari di brevetti essenziali standard consentano alla compagnia di Cupertino di esaminare, valutare e concedere in licenza, a sua discrezione, ogni singolo brevetto nel suo portafoglio.

I licenziatari di brevetti cellulari in genere accettano le licenze globali del portafoglio, ha affermato Ericsson: “Apple sa che ci vorrebbero centinaia di milioni, se non miliardi, di dollari e risorse umane” per analizzare le migliaia di brevetti di Ericsson in “decine di tribunali in tutto il mondo”.

Le società hanno affrontato già una controversia simile nel 2015 quando, stando a quanto riporta Ericsson, Apple avrebbe intentato una “causa a sorpresa”, contestando la validità di sette brevetti Ericsson e chiedendo, per ogni singolo brevetto, le prove del fatto che questo fosse parte di uno standard del settore (e, quindi, che sia essenziale), che fosse valido e che l’utilizzo della tecnologia da parte del potenziale licenziatario violasse il brevetto in questione. La battaglia giudiziale, dopo un lungo contenzioso, ha avuto come esito la sottoscrizione di un accordo di licenza.